La Villa delle “Terme degli Stucchi dipinti” sorge in una zona prossima ad una direttrice viaria, già in uso in età arcaica, che in età tardo-repubblicana ed imperiale viene lastricata e utilizzata per il transito tra i vari possedimenti fondiari. Sebbene ancora parzialmente esplorata, la “Villa delle Terme degli Stucchi dipinti” costituisce un rinvenimento eccezionale nel panorama insediativo della campagna romana. A differenza di molte altre ville del suburbio romano, infatti, viene precocemente abbandonata alla fine del I sec. d.C. e non presenta rimaneggiamenti successivi.
Tra il 2010 e il 2013, in quest’area, di proprietà del Comune di Roma, scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma finalizzati alla realizzazione del Piano di Zona, hanno portato alla delimitazione della parte nord-orientale dell’impianto termale di questo complesso residenziale e all’individuazione di una grande cisterna sotterranea, funzionale, tra l’altro, al suo rifornimento idrico. A partire dal 2014 le indagini, tuttora in corso, sono proseguite nell’ambito di un progetto di ricerca scientifica, di scavo didattico e di valorizzazione degli insegnamenti di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana del Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, prima in regime di convenzione con la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e, a partire dal 2015, in regime di concessione di scavo.
Sono referenti scientifici del progetto presso “Tor Vergata” le professoresse Margherita Bonanno, Marcella Pisani e Giulia Rocco, rispettivamente professore ordinario, professore associato e ricercatore del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società.
Ambiente D1 - Triclinium
Particolare del crollo delle pareti e del soffitti: in primo piano i restauratori provvedono al distacco dei vari strati
La natura dei rinvenimenti e l’opportunità che essi offrono di ricostruire tanto il contesto architettonico, storico-artistico e socio-culturale del complesso che il quadro economico e paesaggistico di questa porzione di territorio, hanno convinto della necessità di procedere ad un approccio multidisciplinare, che ha richiesto il contributo di studiosi esperti nel campo della pittura e delle tecniche di rilievo digitale e la collaborazione del Dipartimento di Biologia, del Dipartimento di Ingegneria Industriale e di Medicina del Lavoro dell’Università, nonché dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del MiBAC.
Le campagne di scavo condotte dal 2014 in poi hanno consentito di recuperare parte della pianta di un grande complesso, alimentato da una cisterna sotterranea attraverso un elaborato sistema di canali per l’adduzione e lo scolo delle acque che viene modificato in relazione ai vari ampliamenti e cambiamenti che subisce l’edificio. L’aspetto della villa, oggi, è largamente il prodotto di una sistemazione avvenuta in età giulio-claudia su una precedente fase edilizia risalente al periodo tardo-repubblicano. Tuttavia, una prima fase di frequentazione nell’area, da porre tra gli anni finali del IV e il III sec. a.C., è indiziata da alcuni lembi di strutture, da trincee per la coltivazione della vite e da rinvenimenti ceramici.
Individuazione ambienti della Villa
La parte settentrionale dell’edificio è occupata da un grande impianto termale alimentato da una fornace (L, praefurnium) e comprendente, oltre ai tipici ambienti per immersioni in acqua calda (A, calidarium), tiepida (B, tepidarium) e fredda (C, frigidarium), anche una “sauna” (E, laconicum) con nicchie circolari per sedili in marmo, e una piscina (D, natatio) alla cui vasca, dipinta interamente in azzurro, si accedeva tramite una scala a gradoni. A est di quest’ultima e a sud delle terme gli scavi hanno rivelato un grande cortile (I) attorno al quale si articolano ambienti di servizio e per l’intrattenimento, tra i quali spicca un piccolo vano dotato di due nicchie rettangolari per letti e con pavimento sospeso per favorirne il riscaldamento sottostante (G, biclinium). La parte meridionale è prevalentemente occupata da ambienti residenziali, alcuni dei quali verranno modificati e ampliati, mentre altri, come il vano-corridoio (B1) e una grande sala di soggiorno (D1, triclinium), aggiunti solo in epoca imperiale, presentano un’articolazione planimetrica più complessa. L’impegno profuso per la ricca decorazione è evidente dai pavimenti con inserti e tessere di marmi policromi e pregiati, e dai soffitti e dalle pareti dipinte, che in un caso (D1) si conservano “in situ” per un’altezza ragguardevole. Le pitture, ad affresco in rosso, giallo, azzurro, bianco e verde presentano un’articolazione in pannelli ed esibiscono un ricco repertorio di motivi figurati e non, talora completato da elementi decorativi e cornici in stucco dipinto. Tra i rinvenimenti va infine menzionata una serie di lastre architettoniche in argilla con motivi a stampo, poste probabilmente a coronamento di un piccolo portico.
particolare di un Amorino dipinto dal calidarium (ambiente A) delle terme della Villa
particolare della raffigurazione ad affresco del soffitto del triclinium (Ambiente D1)
cornici in stucco policrome dal calidarium (ambiente A) delle terme della Villa
Al momento, i resti della Villa delle “Terme degli Stucchi” dipinti presentano discrete condizioni di conservazione, sebbene sia urgente proseguire le indagini archeologiche ed effettuare una serie di interventi finalizzati alla pulizia e al restauro delle murature e dei pavimenti in marmo e al recupero, al restauro e alla ricomposizione dei numerosi intonaci figurati e stucchi policromi pertinenti alla decorazione delle pareti e dei soffitti degli ambienti. L'area oggetto d’intervento è la parte meridionale del complesso, con particolare riferimento agli ambienti posti a Sud-Est dell’impianto termale. Di questi ultimi, in buona parte già indagati nel corso delle campagne di scavo 2016 e 2017, rimangono da chiarire: la planimetria, l’articolazione reciproca e la qualità di alcuni apparati di rivestimento, il cui recupero e la cui pulizia avverrà in sinergia con l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.
Legenda dei lavori eseguiti e da eseguire
Pavimento a mosaico
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