Mercoledì 10 dicembre 2025 nella Casa circondariale femminile “Germana Stefanini” di Rebibbia a Roma, un incontro importante alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dedicato all'arte, la cultura, l'importanza dello studio, nel più grande carcere romano: l'inaugurazione dell'opera artistica intitolata “BENU”, il primo nome egiziano della fenice, creata dall'artista Eugenio Tibaldi grazie al lavoro di incontri e creazioni con le detenute. Una realizzazione che si trova nel carcere di Rebibbia ma può essere vista anche dall'esterno e si illumina la notte, grazie alle 16 biciclette poste nel carcere e collegate a generatori elettrici.
Una giornata importante, all'insegna delle possibilità date a chi sconta una pena, possibilità che derivano dalla vicinanza con l'arte, la cultura, lo studio, la formazione. In concomitanza con la Giornata mondiale dei diritti umani. All'evento hanno partecipato Stefano De Michele, Capo Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria; Nadia Fontana, Direttrice della Casa circondariale femminile di Rebibbia “Germana Stefanini”; Paola Severino, Presidente della Fondazione Severino; Alessia, detenuta che ha partecipato al laboratorio sull'opera “Benu”; Marina Formica, Prof.ssa di Storia moderna presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata e coordinatrice del progetto “Università in carcere”; Nicholas, detenuto della Casa circondariale maschile di Rebibbia Nuovo Complesso e studente del Programma “Università in carcere” presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Molto sincera la testimonianza del giovane Nicholas, studente detenuto, iscritto a Roma Tor Vergata: “io sono una matricola e posso testimoniare che quando vengono messi a disposizione strumenti reali la rieducazione smette di essere un concetto astratto e diventa un cammino concreto”. “Lo studio può dare un senso diverso alle giornate - ha aggiunto Nicholas - trasformando la pena in qualcosa che non sia soltanto attesa ma anche costruzione”.
“Le celle diventano aule” ha infatti sottolineato Marina Formica, professoressa ordinaria di Storia moderna e delegata del Rettore per le attività negli Istituti penitenziari, nel suo contributo alla presenza del Presidente della Repubblica. “Oggi nei corridoi del carcere circolano le idee. Nell'anno accademico 2005-6, per la prima volta, varcammo i cancelli di Rebibbia, creando la prima università penitenziaria. Dopo 20 anni, la sua presenza, presidente Mattarella, è un atto di riconoscimento” ha rimarcato la professoressa Formica.
“Il progetto nasce e cresce grazie a tutti i rettori che si sono susseguiti a Roma Tor Vergata, in particolare l'attuale rettore, Nathan Levialdi Ghiron, che ha riconosciuto il valore della strada intrapresa, appoggiandolo sempre". Marina Formica conclude ringraziando tutto il team di Tor Vergata: "Ringrazio docenti, personale amministrativo e tutor, giovani laureati e dottori di ricerca, che hanno messo a disposizione il loro tempo. Un modo per donare opportunità. Portano testa, cuore e mani, come raccomandò papa Francesco. E tra tutti ringrazio Serena Cataldo, sempre attenta, ricettiva, propositiva”.
Nel corso dell'evento presentata anche la performance di docu-teatro ispirata a Italo Calvino “Rebibbia: la Città invisibile” nato dall'esperienza ventennale dei Laboratori d'Arte in carcere.
a cura dell'Ufficio Stampa di Ateneo
Le immagini del Presidente della Repubblica sono state tratte dal sito web del Quirinale
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